Luce e fuoco

Pubblichiamo di seguito la traduzione dal portoghese di alcuni stralci di un’allocuzione tenuta da Papa Pio XII il 24 luglio del 1955. Il tono particolarmente intenso delle sue parole – quasi venissero di gettito, come orazione viva, dal cuore del Papa – le rende forse utile per quale spunto di meditazione e preghiera nella festa del Corpo e Sangue del Signore.

La scienza dell’Eucaristia è luce e fuoco: luce che tende ad illuminare, fuoco che domanda di accendersi. Non lasciatevi scoraggiare, guardate molto in alto, perché illumini e infiammi tutto intorno a voi. Oggi ci sono nel mondo tenebre tanto dense di ignoranza! Tanto gelo di indifferentismo! Chi sa realmente che cosa sia l’Eucaristia-sacrificio e l’Eucaristia-comunione?

L’Eucaristia-sacrificio: il Calvario esteso nello spazio fino a riempire tutta la terra, esteso nel tempo fino alla fine dei secoli! Sul Calvario, nell’ora più augusta dell’universo, il sacrificio cruento, in cui il Figli di Dio incarnato operò, immolandosi, la redenzione del mondo! Nell’Eucaristia il medesimo sacrificio, rinnovato in modo incruento, ogni giorno duecento, trecento mila volte in altrettanti luoghi della terra.

«I cieli narrano la gloria di Dio»! E oggi che la scienza scopre tanti dei suoi incommensurabili abissi, quanto più potente risuona al nostro spirito questo inno alla gloria divina! Ma che cos’è tutto questo, che cos’è in confronto alla gloria letteralmente infinita che nel silenzio dei nostri altari rende all’Eterno Padre il Dio Eucaristico, immolandosi perennemente?

La terra: un punto nell’immensità dell’universo! Ma il sacrificio eucaristico la trasforma in un immenso turibolo, che passa attraverso gli spazi innalzando spire di gloria infinita al Creatore. O se si conoscesse e si riconoscesse davvero il dono di Dio! Non ci sarebbe alcun fedele che nel giorno del Signore mancherebbe di prender parte attiva al Sacrificio Divino.

L’Eucaristia-comunione: il Re Divino che si dà a noi. O se ben si conoscesse e apprezzasse questo dono dell’Amore infinito! Mistero ineffabile di unione, dopo l’unione ipostatica e la maternità divina, e più stupenda e divinizzante, che tende a rivestirci non di porpora regale, ma della persona stessa del Re Divino – a farci “cristiferi”, concorporei e consanguinei suoi; a trasformarci e convertirci in esso sicchè potremmo dire che, più che noi stessi, è Cristo che vive in noi.

Di conseguenza, misero di unità, che, incorporando e quasi identificando i fedeli con Cristo, tende ad unirli in una sola famiglia, in un unico corpo, in cui palpita un solo cuore e una sola anima, e ciascun membro cerca sollecito il bene degli altri altrettanto o più che il proprio.

Mistero di vita, rimedio di immortalità, che sostenta la vita dell’anima, ripara le forze e le rinnova, neutralizza i germi dei vizi e fa germogliare tutte le virtù, fino ai gigli di purezza verginale e angelica e agli eroismi dello zelo più generoso.

Mistero di energie divine, armatura invincibile della milizia cristiana. Nell’era dei martiri, tutta la sollecitudine della Chiesa era posta nell’armare i suoi atleti con il Corpo di Cristo, perché potessero resistere fino a conquistare la corona. Ora, la vita cristiana degna di questo nome che cos’è se non un martirio incruento? Prendere la propria croce e seguire Cristo? Per resistere alle seduzioni del male, non ha forse detto Egli stesso che è necessario il coraggio per tutti i sacrifici? Se volete avere questo coraggio, armatevi di Gesù Sacramentato!