L’anteprima

Presentato in anteprima per la stampa il documentario “Pio XII uomo della pace e Papa della guerra” di Antonia Pillosio. L’evento si è tenuto giovedì 7 gennaio presso la Curia Generalizia dei Gesuiti alla presenza di numerosi giornalisti.
A questo grande pontefice, che al momento della sua elezione al pontificato disse: “Accepto. Accipio in crucem”, Rai Cultura dedica una puntata di “Italiani”, il programma con Paolo Mieli in onda martedì 12 gennaio alle 22,00 su Rai Storia.

CatturaAlla conferenza stampa che si è tenuta subito dopo la proiezione sono intervenuti Giuseppe Giannotti, vicedirettore di Rai Cultura; Matteo Luigi Napolitano, storico; Piero Doria, storico dell’Archivio Segreto Vaticano; Padre Marc Lindeijer, postulatore della Causa di beatificazione di Pio XII e Padre Peter Gumpel, relatore della Causa e storico. Ed è anche grazie al contributo di Padre Gumpel, alla documentazione e alle testimonianze inedite da lui messe a disposizione dell’autrice, che Rai Cultura ha potuto presentare una biografia di qualità. Un documento toccante, in cui si evince la tenerezza e la grande umanità di Papa Pacelli. Un pontefice che aspirava alla pace, ma si trovò ad attraversare un’epoca sconvolta da guerre e da conflitti ideologici senza precedenti, tant’è che egli stesso definì la tiara “una corona di spine”.

Nel corso della conferenza stampa un giornalista ha domandato come mai, nonostante la mole di documenti ritrovati e le testimonianze in favore di Pio XII, molti ebrei ancor oggi continuino a sostenere la mancata condanna del Papa contro le deportazioni. Padre Gumpel ha risposto che per quei pochi che ancora lo accusano, ci sono sempre più ebrei che ne elogiano l’operato, ricordando ciò che il Papa fece per loro in quegli anni terribili.
Erano infatti presenti tra gli ospiti, Renato Astrologo e Letizia Lanzetta. Sopravvissuti entrambi con le proprie famiglie rifugiandosi, il primo in un monastero romano, e la signora Lanzetta all’interno dell’Istituto Maria SS. Bambina.
Difatti, già nel lontano 1944 – nel periodo più cruento delle deportazioni – il Rabbino Capo di Israele, Isaac Herzog, in un messaggio inviato a Pio XII scriveva: “Il popolo di Israele non dimenticherà mai ciò che Sua Santità sta facendo per salvare i nostri fratelli nell’ora più tragica della nostra storia”.
Il Vaticano, oltre ad essere stato l’unico rifugio per migliaia di perseguitati, con l’”Ufficio Informazioni per le Ricerche” – voluto da Pio XII – è stato l’unico mezzo di comunicazione al mondo tra i prigionieri di guerra e le loro famiglie. “Un giorno – ha detto durante il suo intervento lo storico Napolitano – arrivò in Vaticano anche la lettera “di un certo” Pier Paolo Pasolini che cercava di rintracciare un proprio congiunto”.

Le uniche note stonate di un ottimo documentario, sono racchiuse in due frasi di Paolo Mieli; all’inizio, quando nel presentare Pio XII dice: “Quando diventò Papa, gli antifascisti speravano che fosse un Papa decisamente antinazista. E lo fu, in parte, ma non come questi ambienti avrebbero sperato. E da qui nasce la discussione sul suo ruolo nel Novecento e nella storia della Chiesa”.
Ebbene, Pio XII – che già nunzio a Monaco condannò duramente l’operato di Hitler, al punto da non esitare a definirlo pubblicamente “…un invasato egocentrico distruttore” – antinazista non lo fu soltanto “in parte”, ma totalmente. E la campagna denigratoria contro di lui ebbe inizio soltanto dopo la sua morte, per opera di alcuni biechi “personaggi” che non erano riusciti a trarre profitto dal suo pontificato.
L’altra nota stonata è alla fine, quando in chiusura del documentario Paolo Mieli dice che “Pio XII fu un Papa freddo”. E, chiamando in causa il suo successore, Papa Giovanni XXIII, sostiene che la definizione di “Papa Buono”, fu data a Papa Roncalli per evidenziare appunto la freddezza di Papa Pacelli. Alla giusta critica sollevata da un giornalista presente in sala, Padre Gumpel ha aggiunto che, “è sbagliato mettere questi due Pontefici in opposizione”. Aggiungendo come il documentario mette bene in evidenza la grande vicinanza di Pio XII al suo popolo. Non a caso, alla sua morte, il corteo funebre fu il più affollato finora ricordato per un Pontefice.

Purtuttavia, ancor oggi, Papa Pacelli, uomo di grande sensibilità e cultura, continua ad essere l’uomo più incompreso del Ventesimo secolo.

Rita Pomponio