Itinerari mariani

La storia di Papa Pacelli ha luogo prevalentemente a Roma, a parte le brevi parentesi alla Nunziatura di Monaco di Baviera e poi di Berlino. Ed è una storia – questa storia romana di Papa Pio XII – che è accompagnata sin dalla più tenera infanzia dalla presenza materna della Madonna.

Schermata-03-2456719-alle-11.44.23Già dove Eugenio Pacelli nacque, il 2 marzo 1876, a Palazzo Pediconi, via degli Orsini, civico 34 – dove la famiglia abiterà soltanto per ancora quattro anni – due edicole della Madonna si specchiano, agli angoli dei due palazzi che fanno da ingresso a quella che una volta si chiamava via Monte Giordano. Particolarmente pregevole è quella ad angolo del palazzo proprio di fronte alla casa del piccolo Eugenio, con l’immagine della Vergine Maria che mostra Gesù, sorretta da due angeli. Chissà che davanti a quella immagine il futuro Pio XII non abbia pronunciato, magari inciampando qua e là nelle parole, qualcuna delle sue prime Ave Maria

chiesa_del_gesu_roma_madonna_new_1_high--1-Ma ad accompagnare la crescita di Eugenio è un’altra immagine, particolarmente cara ai romani. Si tratta della Madonna della Strada, conservata nella Chiesa del Gesù, a pochi passi dal Collegio Romano, dove il futuro Pontefice frequenta il regio-ginnasio «Ennio Quirino Visconti». Lì Pio XII aveva imparato dalla madre a pregare in ginocchio, sin da piccolino. L’immagine, risalente ad un periodo databile tra la seconda metà del XIII secolo e la prima metà del XVI, era già cara a Sant’Ignazio – l’autore di quegli «Esercizi Spirituali» che il Papa leggerà e rileggerà più volte, fino alla fine, in lingua originale.

Il 1894 è l’anno della vocazione al sacerdozio, che Eugenio avverte come definitiva in un ritiro presso il complesso di Sant’Agnese fuori le Mura, sulla Nomentana. Non possiamo esserne certi, ma non ci stupiremmo se la storia di quel ritiro – o comunque delle visite di Pio XII a quella chiesa tanto prediletta – fosse in qualche modo intrecciata al tenero affresco della Madonna che allatta il bambino, risalenSchermata 11-2456979 alle 09.41.18te al XV sec., nella cappella oggi dedicata alla Vergine del Rosario di Pompei, sulla sinistra.

Il 2 aprile 1899, don Eugenio è così ordinato sacerdote, e il giorno seguente celebra la sua prima Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, precisamente all’altare di Maria Salus Populi Romani, nella Cappella Paolona, ove ancora una lapide – sulla sinistra di chi guarda – ricorda quel giorno. Secondo la tradizione, l’icona è opera nientemeno che dell’Evangelista San Luca, e fu portata a Roma da Elena, madre dell’imperatore Costantino, nel IV sec. d.C.

Da quella prima Messa, l’icona resterà per sempre legata allo storia di Pio XII, che a MaSchermata 11-2456979 alle 09.57.45ria Salus Populi Romani attribuirà la grazia della liberazione di Roma dall’occupazione nazi-fascita, onorandola con una solenne processione per le strade di Roma nel 1953, ed incoronandola solennemente in San Pietro l’anno successivo.

I primi anni del ministero pastorale di don Eugenio si svolgono tra Messe e Confessioni, spesso presso la Chiesa Nuova – Santa Maria in Vallicella,  non molto lontano da dove era nato, dove ancora è conservata viva la memoria di San Filippo Neri. L’altare maggiore conserva l’immagine trecentesca della Madonna che, nel 1535, avrebbe sanguinato dopo esser stata colpita con un sasso.

Schermata 11-2456969 alle 22.24.23Il resto è storia nota. La consacrazione espiscopale il 13 maggio 1917 – nelle stesse ore in cui la Madonna appare a Fatima per la prima volta ai tre pastorelli. Poi i primi viaggi diplomatici; la nunziatura a Monaco e poi a Berlino; segretario di Stato con Pio XII; e il conclave del 1939. Sempre con la Madonna nel cuore; cui consacrerà il mondo intero; che glorificherà proclamandone solennemente il dogma dell’Assunzione al cielo accanto al Figlio; cui dedicherà il primo anno mariano della storia della Chiesa. E chissà quante volte, nel silenzio della sua bella cappella, dinanzi alla bella statua della Madonna sempre ornata da fiori, avrà recitato quelle parole imparate dalla mamma:

Ave Maria, piena di grazia

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