PIO XII E LA MISERICORDIA

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Il vecchio Padre della parabola evangelica attende ansioso,
sulla soglia della Porta Santa, che il figlio traviato ritorni contrito;
chi vorrà ostinarsi nel deserto della colpa?

 

Palpitava d’amore il cuore del Salvatore nel pronunziare i discorsi,
e nel proporre e spiegare le parabole,
specialmente quelle che più ci parlano della sua misericordia,
come la parabola della dramma perduta,
della pecorella smarrita e del figliuol prodigo.

 

Nelle opere di misericordia è l’essenza stessa del Vangelo (e la prova è nelle parole stesse di Cristo giudice, che non ammetterà nel Regno eterno se non chi ebbe della misericordia il culto pratico), voi, come tutti coloro che più direttamente sono chiamati a sollevare gli afflitti nel corpo e nello spirito, siete le pagine viventi di questo gran Libro divino, destinate cioè a mostrare al mondo che il messaggio di Gesù Cristo non è lettera morta, ma sostanza di vita, sempre attuabile e sempre attuata; ed è rivolta a convertire il mondo dall’egoismo all’amore e a dare — non soltanto a promettere — quel sollievo e quella pace di cui Gesù ha detto : « Venite da me voi tutti che siete travagliati e oppressi da pesi ed io vi ristorerò . . . e troverete pace alle anime vostre».

 

La misericordia del Signore non si è stancata
e il suo braccio non è divenuto troppo corto per salvare.
Nessuno è escluso dalle sue promesse,
nè dalla soavità delle sue consolazioni.

 

Nell’intimo dell’animo vostro, se siete felicemente in stato di grazia, voi vedrete, con gli occhi della fede, Iddio sempre presente come un Padre immensamente buono, pronto ad accogliere le vostre richieste e a dirvi anche ciò che attende da voi. Se aveste invece sventuratamente perduto la grazia, rientrate allora pure lealmente in voi; vi troverete Iddio presente come un giudice, ma giudice misericordioso e pronto a perdonare; o, meglio ancora, come il Padre del prodigo, che vi aprirà le braccia e il cuore, purché vi prosterniate pentiti, confessando: «Padre, ho peccato contro il cielo e contro di Te!».