Pio XII: un pontificato segnato dalla devozione mariana

In occasione dell’Anniversario della nascita al Cielo del Ven. Pio XII, il Comitato Papa Pacelli – Associazione Pio XII ha organizzato una Santa Messa in Sua memoria che è stata celebrata sabato 7 ottobre 2017 alle ore 11.00 presso l’altare alla Tomba di San Pietro, nelle Grotte sottostanti la Basilica Vaticana.
La concelebrazione è stata presieduta da S.Em. il Cardinal Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; concelebranti il Cardinale Bertone, l’Arcivescovo Pozzo, i Vescovi Giuseppe Sciacca e Gianfranco Girotti; tra i Monsignori, Vittorio Formenti e Karel Kasteel. Il servizio (diaconi e ministranti) è stato prestato dagli alunni del Collegio Capranica, mentre la parte musicale è stata guidata dal Maestro Scapin.
Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia pronunciata dal Cardinal Mamberti.

Eminenza, Eccellenze,
cari confratelli, cari amici,

la liturgia della Chiesa fa memoria oggi di Nostra Signora del Rosario. Ben sapete, cari Fratelli e Sorelle, che questa festa è legata alla vittoria di Lepanto nel 1571. Papa Pio V, che aveva invocato la preghiera del popolo cristiano alla Madonna per salvare la Cristianità e ne aveva sperimentato la potente efficacia istituì la festa di Nostra Signora della Vittoria, fissandone la ricorrenza nel giorno stesso della battaglia, il 7 ottobre. Nel 1573, Papa Gregorio XIII mutò il titolo in quello di Nostra Signora del Rosario. Nel settembre del 1883, Leone XIII decretò, con l’Enciclica Supremi Apostolatus che l’intero mese di ottobre di quello stesso anno fosse “consacrato e dedicato” alla celeste Regina del Rosario, iniziando così una tradizione diventata molta cara ai fedeli cattolici. Nel mese di dicembre seguente il Papa introdusse l’invocazione Regina Sacratissimi Rosarii nelle litanie laureatane.

Celebriamo quindi con gioia la nostra Madre del Cielo sotto questa invocazione, pia e carica di storia; ma se, come ogni anno, ci siamo riuniti oggi in questa Basilica di San Pietro è anche per ricordare il grande Papa che qui vicino è sepolto, proprio di fronte alla Tomba dell’Apostolo Pietro, Pio XII, Eugenio Pacelli, che concluse il suo pellegrinaggio terrestre il 9 ottobre del 1958 e per chiedere al Signore, per intercessione di Nostra Signora del Rosario, la grazia che, dopo il riconoscimento delle virtù eroiche nel 2009, la causa del Servo di Dio possa procedere verso la beatificazione.

IMG_1888Quest’anno questa celebrazione prende un senso particolare. Nello scorso mese di maggio, con una Messa nella cappella della Madonna Salus Populi Romani della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove il giovane don Eugenio aveva celebrato la prima Messa, è stato ricordato il centesimo anniversario della consacrazione episcopale di Mons. Eugenio Pacelli, avvenuta il 13 maggio del 1917, proprio lo stesso giorno della prima apparizione della Madonna a Fatima, che fu seguita da altre cinque, culminando con quella del 13 ottobre, giorno in cui la Vergine Maria, si presentò ai bambini con queste parole: “Sono la Madonna del Rosario”. Certamente, questa coincidenza di date non fu caso, e ne vediamo il segno nell’intreccio della vita e delle crescenti responsabilità dell’Arcivescovo poi Cardinale Pacelli e infine Papa Pio XII con le vicende del mondo e della Chiesa, presagite dalla Madonna in Cova da Iria.

L’Episcopato del Nunzio Apostolico Eugenio Pacelli iniziò in Baviera mentre era in corso la prima guerra mondiale e si proseguì poi nella Germania della Repubblica di Weimar durante il confuso e tormentato periodo che seguì il conflitto. Diventò Segretario di Stato a fine 1929, mentre già cominciavano ad addensarsi le nubi annunciatrici della tempesta e, infine, fu eletto Papa alla vigilia della conflagrazione che provocò decine di milioni di vittime. Il mondo uscì dalla seconda guerra mondiale esausto, ferito e diviso, e in diversi Paesi, la Chiesa dovette soffrire una spietata persecuzione, che afflisse profondamente Pio XII.

In tutte le circostanze, Eugenio Pacelli mostrò le sue eccezionali doti. Diplomatico nato, sviluppò una conoscenza ed una esperienza sempre più profonde della comunità internazionale e, diventato Papa, usò tutti gli strumenti a sua disposizione per scongiurare la guerra – memorabile l’invocazione: “Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra” (Radiomessaggio del 24 agosto 1939) – e poi per sollevare le sofferenze delle popolazioni e favorire il ritorno della pace nonché la costruzione di una società fondata sul rispetto della dignità della persona e sul bene comune. Tuttavia, non mise mai la sua fiducia nei mezzi umani; sapeva che Dio è il Signore della storia e che è da lui che dobbiamo implorare ed aspettare i beni necessari per il vero progresso dell’umanità. Per raggiungere tale scopo, mentre non risparmiava le sue forze, con la parola e con l’azione concreta, indicò sempre la via della preghiera, in particolare, tramite l’intercessione alla nostra Madre del Cielo.

IMG_1881Il Pontificato di Pio XII, infatti, fu segnato dalla devozione mariana e, a riprova, sarebbe sufficiente ricordare la proclamazione del dogma dell’Assunzione nel 1950 e l’indizione dell’Anno Mariano del 1954. Ma possiamo anche citare la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria nel 1942 (venticinquesimo anniversario delle apparizioni di Fatima e del proprio Episcopato), l’estensione alla Chiesa universale della Festa del Cuore Immacolato di Maria nel 1944 e l’istituzione della Festa di Maria Regina nel 1954. In questo giorno della Madonna del Rosario, è pure doveroso ricordare che, nel 1951, Pio XII, indirizzò ai Vescovi l’Enciclica Ingruentium malorum, invitandoli a promuovere durante il mese di ottobre la preghiera del rosario, specie in famiglia. Scriveva al riguardo:

“Non esitiamo quindi ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza da Noi riposta nel santo rosario, per risanare i mali che affliggono i nostri tempi. Non con la forza, non con le armi, non con la umana potenza, ma con l’aiuto divino ottenuto per mezzo di questa preghiera, forte come Davide con la sua fionda, la Chiesa potrà affrontare impavida il nemico infernale, ripetendo contro di lui le parole del pastore adolescente: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con lo scudo: ma io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti … e tutta questa moltitudine conoscerà che il Signore non salva con la spada, né con la lancia» (1 Re 17, 44.49)”.

In una lettera del 1942 all’Arcivescovo di Manila, Pio XII definì il Rosario “compendio di tutto quanto il Vangelo”, felice espressione, ripresa in seguito dal B. Paolo VI nella Marialis Cultus e da S. Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae. Infatti, non si tratta di una preghiera ripetitiva, bensì contemplativa, cioè una meditazione sui Misteri della vita del Signore con lo sguardo del cuore della Madonna, a cominciare dall’Annunciazione, di cui abbiamo appena sentito il racconto nella proclamazione del Vangelo. E’valida oggi come sempre, ed è stata raccomandata da tutti i Papi. Anche mercoledì scorso, 4 ottobre, salutando i pellegrini polacchi presenti all’Udienza Generale, il Santo Padre Francesco ha detto:

“Voglio ricordare che 100 anni fa a Fatima, in ciascuna delle sei apparizioni, la Madonna chiedeva: “Vorrei che ogni giorno pregaste con il rosario”. Rispondendo alla sua domanda, preghiamo insieme per la Chiesa, per la Sede di Pietro e per le intenzioni di tutto il mondo. Chiediamo perdono per i peccati. Preghiamo per la conversione dei dubbiosi, per quanti negano Dio e per le anime del purgatorio. A voi tutti che pregate il Rosario, benedico di cuore!”.

IMG_1885Il Papa si rivolgeva ai pellegrini della Polonia perché, infatti, fedeli polacchi hanno ideato ed organizzato per oggi stesso un grande raduno, una catena umana – sperano la partecipazione di un milione di persone! – per recitare il rosario lungo i confini del Paese. I vescovi della Polonia hanno esortato i cattolici a unirsi all’evento per celebrare il centenario delle apparizioni di Fatima e pregare per la salvezza del Paese.

Cari Fratelli e Sorelle, in questa festa di Nostra Signora del Rosario, uniamoci anche noi alla preghiera corale di tutti i fedeli, in Polonia e in tutti i Paesi della terra, per il mondo, per la Chiesa, per le intenzioni del Santo Padre e per le nostre proprie intenzioni, in particolare oggi, per la causa del Servo di Dio Pio XII, Papa, mentre ricordiamo con affetto e gratitudine il suo lungo e luminoso servizio alla Chiesa, al quale S. Giovanni XXIII rese un vibrante omaggio con le seguenti parole: “Il triplice titolo di doctor optimus: Ecclesiae sanctae lumen: divinae legis amator, ben conviene alla memoria benedetta di lui, Pontefice della nostra età fortunosa” (Radiomessaggio di Natale, 23 dicembre 1958). Amen.