Notre Dame, l’anima stessa della Francia

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci dall’omelia dell’allora Card. Eugenio Pacelli, pronunciata nel 1937, nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi.

Voglio dire, fratelli miei, tutto ciò che evoca nel mio spirito, nella mia anima, come nell’anima e nello spirito di ogni cattolico, e direi anche in ogni anima retta e in ogni spirito coltivato, il solo nome di Notre-Dame de Paris! Perché qui è l’anima stessa della Francia, l’anima della figlia primogenita della Chiesa che parla alla mia anima.

Anima della Francia di oggi, e cioè le sue aspirazioni, le sue angosce e la sua preghiera; anima della Francia di un tempo, la cui voce, che sorge da un passato quattordici volte secolare, che evoca le Gesta Dei per Francos, sia tra le prove sia tra i trionfi, suona nelle ore critiche come un canto di nobile fierezza e di imperturbabile
speranza. Voce di Clodoveo e di Clotilde, voce di Carlo Magno, e soprattutto voce di San Luigi, in questa isola dove sembra ancora vivere e che egli ha adornato, nella Santa Cappella, con la più gloriosa e la più santa delle corone [la Corona di Spine di Nostro Signore Gesù Cristo]; voce anche dei grandi dottori dell’Università di Parigi, dei maestri nella Fede e nella santità… Il loro ricordo, i loro nomi scritti sulle vostre strade, mentre proclamano il valore e la virtù dei vostri antenati, segnano, come una strada trionfale, la storia di una Francia che avanza e che va avanti nonostante tutto, una Francia che non muore!

Oh! Queste voci! La cui incomparabile armonia sento risuonare in questa Cattedrale, capolavoro del vostro genio e del vostro amorevole lavoro che l’hanno eretta come monumento di questa preghiera, di questo amore, di questa vigilanza, di cui io trovo il simbolo parlante in questo altare su cui Dio scende sotto i veli eucaristici; in questa volta che ci accoglie tutti insieme sotto il manto materno di Maria; in queste torri che sembrano sondare l’orizzonte sereno o minaccioso come guardiani vigili di questa capitale. Prestiamo l’orecchio alla voce di Nostre-Dame de Paris; in mezzo al rumore incessante di questa immensa metropoli, tra l’agitazione degli affari e dei piaceri, nell’aspro turbinio della lotta per la vita; testimone pietosa delle sterili disperazioni e delle gioie deludenti; Notre-Dame de Paris che, sempre serena nella sua calma e nella sua pacifica gravità, sembra ripetere senza posa a tutti quelli che passano: Orate, fratres; essa che sembra essere, direi volentieri, essa stessa un Orate fratres di pietra, un invito perpetuo alla preghiera.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *