L’opera di Pio XII a favore degli ebrei di Roma

«Quanti hanno rischiato, incominciando da Pio XII, per nascondere gli ebrei, perché non fossero uccisi, perché non fossero deportati! Rischiavano la pelle! Ma era un opera di misericordia salvare la vita di quella gente! Rischiare».
Così Papa Francesco, in un’omelia mattutina, nel giugno 2017, a Santa Marta, ha proposto ai fedeli l’esempio di carità di Papa Pacelli. E nel giugno del 2014, in un’intervista al giornale spagnolo “La Vanguardia”, Francesco aveva raccontato: «Al povero Pio XII è stato buttato addosso di tutto. Ma bisogna ricordare che prima era visto come il grande difensore degli ebrei. Ne nascose molti nei conventi di Roma e di altre città italiane, e anche nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Lì, nella stanza del Papa, sul suo stesso letto, nacquero 42 bambini, figli di ebrei e di altri perseguitati rifugiatisi lì».
Di seguito, pubblichiamo una serie di studi su quest’opera di papa Pio XII a favore degli ebrei della città di Roma. Si tratta di ricerche presentate da Dominiek Oversteyns in tre convegni che si sono svolti lo scorso anno, e prima nel 2017 e nel 2014. Oversteyns è un diacono della famiglia spirituale L’Opera, che da anni si occupa con profitto di ricerche storiche sull’attività della Santa Sede a sostegno della popolazione ebraica presente a Roma durante l’occupazione nazista. Gli studi che sono presentati in questa pagina sono aggiornati al settembre 2019, su iniziativa dell’autore.

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