L’ombra di Pio XII sulla fede in Dio del commissario Luigi Calabresi

di Alessandro Notarnicola

Calabresi“Col vostro movimento sorge nella Chiesa qualche cosa che in proporzioni così vaste non si era forse mai veduta finora. Noi salutiamo la comparsa di questa falange stabile e permanente, e insieme rinnovantesi a ogni avvicendarsi di giovinezze, che si propongono di vivere in un clima di ardimento e di effettiva prontezza a qualsiasi chiamata di Dio e della Chiesa”. Con queste parole Papa Pio XII il 23 novembre del 1952, nel tredicesimo anno del suo pontificato, si rivolgeva al neonato movimento Oasi che, costituitosi a Roma il 1º novembre 1950, giorno della proclamazione del dogma della Vergine Maria assunta in cielo, nel medesimo anno aveva ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte della Congregazione per la Dottrina per la Fede (ex Sant’Uffizio).

“Se è vero che la famiglia è la cellula della società e che dalla ricostruzione di essa dipende il rinnovamento del mondo – proseguì il Papa rivolgendosi alle iscritte al Movimento – quale potente impulso una gioventù come la vostra potrà dare al conseguimento di un così alto e urgente fine! D’altra parte, la vostra consacrazione prepara le anime giovanili ad accogliere – quando il Signore la ispiri — la vocazione alla vita religiosa, che rimarrà sempre uno stato più perfetto di quello — anch’esso santo — del matrimonio”.

Nato grazie al desiderio di un gruppo di studenti e studentesse che avevano aderito alla proposta del padre Virginio Rotondi, il gesuita di fiducia di Pacelli e Papa Giovanni XXIII, di impegnare la propria giovinezza nel perseguimento dell’ideale della santità, il movimento delle “Oasi” è sempre stato incoraggiato dalla Santa Sede per la sua linea pastorale e dal 1950 ad oggi ha coinvolto centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia fino all’America. Tra i giovani studenti che negli anni vi hanno aderito con convinzione e forte spinta pastorale c’è Luigi Calabresi, il commissario di Polizia vilmente assassinato il 17 maggio 1972, che negli anni universitari entrò in rapporto con padre Rotondi. In un suo quaderno di note dello spirito, il futuro martire cristiano scrisse: “Appartengo a un gruppo di giovani che vuol andare contro-corrente. In questo mondo neopagano, il cristiano continua a dare un’enorme fastidio, perché il fine che persegue, lo scopo che dà alla vita, non coincide con quello dei più… Sentiamo di vivere, tutto sommato, in un mondo non nostro, che tende a escluderci e a sopprimerci. Il mondo, così com’è, lo sentiamo ostile”.

Parole chiare e convincenti che ribadiscono ciò che Pacelli aveva indirizzato alle giovani iscritte al Movimento nel ’52 parlando delle “Oasi” di padre Rotondi come di un’isola felice in un mondo sempre più perduto e deserto di ideali. “Voi – le parole del Santo Padre – avete voluto chiamarvi «Oasi», e in verità difficilmente si sarebbe potuto trovare un nome più appropriato; avete cioè voluto indicare che nel deserto di questo mondo, così arido perché così riarso, era vostro desiderio ed è vostra deliberata volontà che nasca, cresca e si moltiplichi la «vita di Dio», divenendo voi i canali misteriosi, ma reali, alimentati da Colui che è fons aquae vivae, sorgente di acqua viva, e che andranno ad irrigare il terreno, nel quale l’arsura ha provocato la morte o impedisce che germogli la vita”. Dall’esempio altissimo della fede di padre Rotondi all’incoraggiamento del Defensor Civitatis Luigi Calabresi apprese moltissimo tanto che il suo credo negli anni si rafforzò sempre più sino ad affrontare il periodo più buio della sua vita, iniziato a seguito della morte dell’anarchico Pinelli di cui Calabresi fu brutalmente e ingiustamente colpevolizzato, con serenità e fiducia in Dio. “Ti ammazzeranno”. “Stia tranquillo se dovrò morire, accadrà perché avrò fatto il mio dovere”, questo rispose l’uomo, il Santo, il martire, a padre Rotondi pochi mesi prima di essere colpito alla schiena da due pallottole sotto la sua abitazione a Milano. Era il 17 maggio 1972, l’inizio di un lungo crepuscolo per la storia italiana.

In occasione del 45° anniversario dell’assassinio mercoledì 17 maggio presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma dalle ore 21.00 sarà eseguito, in prima assoluta, un Oratorio Drammatico, vocale e strumentale, diretto dal compositore e direttore d’orchestra Nicola Samale ed eseguito dal soprano Carla Mazzarella, dal mezzo soprano Natasha Todorova, dal tenore Vincenzo Sanso (che interpreterà il ruolo di Luigi Calabresi) e dal baritono Dario Ciotoli (che di volta in volta vestirà i panni di Papa Pio XII, di Padre Virginio Rotondi, di San Giovanni Paolo II).