La “via pulchritudinis” da Pio XII a Benedetto XVI

“Papa Benedetto XVI come Pio XII, amante delle arti e lungimirante nei riguardi delle nuove tecnologie del tempo”. Lo scrive nel suo nuovo libro il vaticanista Alessandro Notarnicola che in occasione del novantesimo compleanno di Joseph Ratzinger assieme a monsignor Jean-Marie Gervais, prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano e membro della Penitenzieria Apostolica, ha desiderato omaggiare il Papa Emerito con una meditata raccolta di sue dissertazioni sulla via pulchritudinis intitolata Benedetto XVI. L’arte è una porta verso l’infinito. Teologia Estetica per un Nuovo Rinascimento (edito da Fabrizio Fabbri Editore e Ars Illuminandi, 2017).

266874866_b4e2720b83_oNel volume, arricchito di dieci tavole inedite dell’artista umbro Bruno Ceccobelli e dal commento critico del professor Mariano Apa, i curatori aprono un lungo excursus sulle relazioni che nei secoli si sono create tra i Papi e gli artisti. In particolare, si legge nel testo, “da Pio XII a Papa Francesco tutti hanno cercato di recuperare quella relazione tra arte e sacro che nei secoli aveva perso le sue tinte originali. Se un tempo il Successore del Principe degli Apostoli era il primo mecenate, il primo sostenitore dell’arte, dopo, con lo scorrere degli anni, la Chiesa ha messo da parte l’iconografia vivendo e rivestendosi delle grandi opere del passato”.

Pontefice in tempi bui segnati da autoritarismi e dalla lunga notte dell’Olocausto, Papa Eugenio Pacelli è stato il primo Papa post secondo conflitto mondiale a intessere dei rapporti, seppur timidi, con le arti. Molto più interessato a raggiungere i cattolici di tutto il mondo tramite le ultimissime innovazioni tecnologiche, come la radio o la televisione, Pio XII ha guardato alla pittura, scultura e architettura con lo sguardo del principe, del nobile e gentil signore che ha sempre vissuto sulle note della bellezza artistica, tanto che nel 1943 in occasione del venticinquesimo anno di episcopato, la chiesa costruita in suo onore a Roma e dedicata a Sant’Eugenio (in foto), fu affidata a numerosi artisti dell’epoca: da Ferruccio Ferrazzi a Giacomo Manzù.

“È vero – egli osservò il 20 aprile 1955 celebrando il V° anniversario della scomparsa dell’Angelico – che all’arte, per essere tale, non è richiesta una esplicita missione etica o religiosa. Essa, come linguaggio estetico dello spirito umano, se questo rispecchia nella sua verità totale, o almeno non lo deforma positivamente, è già di per sé sacra e religiosa, in quanto cioè è interprete di un’opera di Dio; ma se anche il contenuto e le finalità saranno quelle che l’Angelico assegnò alla propria, allora assorgerà alla dignità quasi di ministro di Dio, riflettendone un maggior numero di perfezioni”. Sempre nella medesima occasione il Papa si rivolse agli artisti, “schiera, tanto da Noi amata”, affermando che nel caso invece il linguaggio artistico si adeguasse, con le sue parole e cadenze, a spiriti falsi, vuoti e torbidi, si deformerebbe il disegno del Creatore. In tal maniera ammonì Pacelli “anziché elevare la mente e il cuore a nobili sentimenti” si ecciterebbero “le più volgari passioni”. “Una tale arte – dunque – degraderebbe sé stessa, rinnegando il primordiale ed essenziale suo aspetto, né sarebbe universale e perenne, com’è lo spirito umano, a cui si rivolge”.

“Parole – commenta Alessandro Notarnicola – che creano un ponte spazio temporale fino al pontificato di Benedetto XVI che ribadendo ciò che detto nel 1955 dall’amato Predecessore ha più volte esortato gli artisti a introdurre Dio nelle case di tutti attraverso le proprie opere. Tra i due Papi, infatti, c’è una grandissima nonché straordinaria sintonia culturale: entrambi hanno riservato in modo lungimirante un posto di rilievo tanto all’arte quanto alle ultimissime tecnologie”. Tanto Pacelli quanto Ratzinger si sono rivolti al mondo attraverso i canali di comunicazione più nuovi e al passo con i tempi: si pensi ai Radiomessaggi di Pio XII o ai tweet di Benedetto XVI, entrambi tesi a evangelizzare, a comunicare al mondo cioè la parola del Papa che altro non è se non la Parola di Dio.

“Benedetto XVI. L’Arte è una porta verso l’infinito. Teologia Estetica per un Nuovo Rinascimento” (edito da Fabrizio Fabbri Editore e Ars Illuminandi, 2017) sarà presentato al pubblico alle ore 11.00 di sabato 22 aprile presso il Palazzo della Cancelleria, Roma. Coloro che volessero partecipare alla presentazione sono pregati di scrivere una mail di conferma all’indirizzo di posta elettronica segreteria@totapulchra.org.