Cari universitari, siate cuore, non solo intelligenza!

pie-xiiIl 15 giugno 1952, il Papa riceve professori e studenti dell’Università «La Sapienza» di Roma; pubblichiamo di seguito ampli stralci del discorso, che resta di una «potenza» e di un fascino notevole per tutti gli studenti ed i docenti che vivono in Università. Richiamando soprattutto gli studenti alle proprie responsabilità verso la società – «la Patria» – alla cui costruzione sono chiamati a contribuire, il Papa non tralascia di indicare il fondamento di una solida vita interiore, a cominciare dalla riscoperta delle formule di fede e di preghiera imparate, da piccoli, nella vita in famiglia. La meta indicata dal Papa è, dunque, quella di una preparazione «con Dio nella mente, con Dio nel cuore, con Dio nella professione», senza cedere alle tentazione di una scienza vuota, senza fame di Verità.

Ora della vostra patria voi siete, non già esclusivamente, ma a preferenza di ogni altro ceto giovanile, l’avvenire, poichè le arti liberali o professioni sono tra le attività civiche quelle che danno maggiormente il tono alla vita della nazione e ne segnano il corso. La direzione della società di domani è principalmente riposta nella mente e nel cuore degli universitari di oggi. E poichè siete venuti a Noi per attingere qualche salutare pensiero, Ci sembra di potervi dire: penetrate, radicate, approfondite la coscienza di futuri dirigenti della nazione, ed insieme le particolari responsabilità verso la patria nelle singole professioni, alle quali vi dedicherete, terminati felicemente i vostri studi.

Un sentimento di tenera commozione C’inonda il petto nel vedervi ora così giovani e baldi, e insieme nel pensare che tra pochi anni, invero veloci a trascorrere, tanta gente bisognosa dei vostri consigli, del vostro aiuto e della vostra mano, ricorrerà fiduciosa a voi; nel pensare che dalle vostre risoluzioni dipenderà la vita di tanti infermi, la pace di tante famiglie, il trionfo della giustizia, l’educazione di tanti fanciulli, la sorte di tanti operai; che dalla vostra capacità sarà determinato il progresso del paese, l’impiego oculato delle sue risorse, l’incremento delle industrie, le comunicazioni, le strade, la navigazione, le macchine, la sicurezza dalle calamità, la sanità pubblica, l’economia, il volto esterno della nazione. E da chi altri, se non da voi e dalla vostra intelligenza, essa può attendere i nuovi ritrovati della scienza, le benefiche scoperte, le utili invenzioni, in una parola quel progresso tecnico e scientifico, che onora il popolo il quale se ne fa promotore? In verità voi sarete l’intelligenza della patria, ma soprattutto ne sarete il cuore, poichè da voi in tanta parte dipenderà il benessere del popolo, la santità delle leggi, l’onestà dei costumi, la rettitudine politica, la buona intesa coi popoli vicini, la pace operosa.

Questo desideravamo di ricordarvi, non perchè, lusingati nell’orgoglio, vi appartiate dal popolo quasi in una casta privilegiata, ma perchè penetriate le gravi responsabilità sociali, le quali fin da ora debbono essere affrontate con adeguata preparazione. Precisamente in questi anni giovanili, in cui la mente è più agile ed aperta, gli assilli della vita ordinariamente minori, il tempo più facilmente libero, nasce il medico che non erra, il giurista che non tentenna, il tecnico sicuro e preciso, il letterato che apre nuove vie, l’uomo di Stato lungimirante e sagace.
La maturità degli anni vi dirà quanto grati dovete essere a Dio per avervi avviati nei sentieri della scienza, la quale, in contraccambio delle molte fatiche che richiede, sa dare ai suoi cultori inestimabili soddisfazioni e titoli di genuina nobiltà, quali, eccetto l’arte, nessun altro lavoro può elargire. Quale splendido decoro della persona è la scienza approfondita, posseduta e quindi utilizzata per il bene altrui!

Tuttavia, pur respirando a pieni polmoni il suo fascino, non crediate che essa possa appagarvi interamente. Una tale aspettazione, oltre ad essere un errore di sopravalutazione del suo potere perfettivo, provocherebbe amare delusioni il giorno in cui con la piena maturità dello spirito sorgerà in voi la coscienza dei valori umani più profondi e totali, poichè l’uomo acquista a gradi la consapevolezza di tutto il suo essere. Quel giorno, neppure la filosofia, che è l’interprete della natura e della conoscenza naturale, e così in qualche modo la norma della vita, saprà rispondere a tutti i problemi e le difficoltà. Occorrerà salire a più alte sorgenti, alle quali conduce il sincero amore della verità e il suo sicuro possesso: vogliamo dire alle sorgenti religiose soprannaturali.

Ora che siete adulti e giunti all’età in cui dovete da voi stessi scegliere e determinarvi, occorre che voi facciate divenire quasi vostro cosciente possesso personale, che comprendiate sempre più profondamente e viviate sempre più intensamente il tesoro della fede cattolica e la ricchezza di verità e di grazia, che Gesù Cristo vi ha donato con la sua redenzione e con la sua Chiesa, e di cui ha posto nelle vostre anime il germe fin dalla culla. Siate quindi consapevoli della vostra responsabilità: perfezionate sempre più la comprensione intellettuale della vostra fede e studiatevi di vivere secondo le norme delle grandi virtù cristiane.

Con Dio nella mente, con Dio nel cuore, con Dio nella professione, conformandovi senza esitazioni alla sua sapiente legge e alle sue amabili disposizioni, talora misteriose, potrete affrontare con animo tranquillo l’ardua navigazione che vi attende. Senza di Lui, anche le attività professionali, e specialmente quelle che hanno più intimi rapporti con lo spirito umano, come la filosofia, l’insegnamento, la giurisprudenza, la medicina, la politica sarebbero menomate nel loro vigore.

Siate certi che il miglior modo per evitare inutili naufragi e conservare splendente la fiaccola della fede è il praticarne i precetti con lo stesso candore, con cui avete appreso i divini comandamenti sulle ginocchia delle vostre madri, e quasi sotto i loro occhi, particolarmente voi che, lontani dalle vostre case, vi sentite talvolta inghiottiti e fatti quasi anonimi nella grande città, e per ciò tanto più esposti agli adescamenti del male.
Ecco, diletti figli, come Noi vorremmo la cara gioventù universitaria: cosciente delle gravi responsabilità sociali, solerte nel prepararvisi, generosa nell’aspirare all’ottimo, padrona nelle scienze, forte nella fede, devota alla patria, continuatrice delle nobili tradizioni dell’Ateneo Romano, che tanti uomini insigni ha dati alla Chiesa e all’Italia. Che il Regno di Dio; il quale è armonia di cielo e di terra, di opere umane e di virtù morali, di serenità nel tempo e di beatitudine eterna, si stabilisca nelle anime vostre!

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