Pio XII e la Salus Populi Romani

«La basilica papale di Santa Maria Maggiore è il più antico santuario mariano non solo di Roma, ma di tutto l’occidente. Ogni anno, l’ultima domenica di gennaio, nella basilica viene celebrata la festa della Traslazione dell’icona Salus populi Romani, rendimento di grazie per questa sacra immagine dagli evidenti caratteri orientali e caratterizzata, secondo la tradizione, da numerose vicende miracolose. L’immagine appartiene alla tradizione delle icone attribuite a san Luca, ma in realtà secondo gli studi più recenti sarebbe opera di un autore anonimo datata tra il ix secolo e il XII. Rappresenta Maria con il figlio in braccio, che con una mano benedice e con l’altra tiene il libro. Si tratta di una Madonna Odigitria, cioè colei che indica la via che è il Figlio. I volti della Madre di Dio e del Bambino sono di una bellezza affascinante: i loro occhi ci fissano in modo amorevole e penetrante. Nella mano sinistra Maria tiene un fazzoletto, pronta ad asciugare le lacrime di chi piangente si rivolge a lei per chiedere aiuto. Le lettere greche sullo sfondo sono le abbreviazioni di mèter theoù, “madre di Dio”, secondo la definizione del concilio di Efeso.
La festa della Traslazione del prossimo 28 gennaio avrà un carattere particolare anche perché coinciderà con il ritorno dell’icona in basilica, dopo una lunga e impegnativa operazione di restauro, eseguita con dedizione dal personale altamente qualificato del laboratorio restauri dei Musei vaticani. Dopo tanti anni, infatti, anche per questa venerabile icona si è reso necessario un restauro. Il passare del tempo aveva lasciato evidenti segni di deterioramento e aveva oscurato il volto della Vergine e quello del Figlio. Si è voluto dunque ridare all’immagine lo splendore e la luminosità originari, per poi collocarla nell’altare della cappella Paolina a lei dedicato e anch’esso restaurato, trono degno della Madre di Dio»
(Stanisław Ryłko, Cardinale arciprete di Santa Maria Maggiore)

Il 2 aprile 1899, don Eugenio Pacelli è ordinato sacerdote, e il giorno seguente celebra la sua prima Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, precisamente all’altare di Maria Salus Populi Romani, nella Cappella Paolona, ove ancora una lapide – sulla sinistra di chi guarda – ricorda quel giorno. Da quella prima Messa, l’icona resterà per sempre legata allo storia di Pio XII, che a Maria Salus Populi Romani attribuirà la grazia della liberazione di Roma dall’occupazione nazi-fascita, onorandola con una solenne processione per le strade di Roma nel 1953, ed incoronandola solennemente in San Pietro l’anno successivo.

Così Pacelli si rivolgeva ai fedeli di Roma liberata il 6 giugno 1944: «Con indicibile riconoscenza noi veneriamo la Santissima Madre di Dio e Madre nostra, Maria, che al titolo e alle glorie di Salus populi romani ha raggiunto una nuova prova della sua benignità materna, che rimarrà in perenne memoria negli annali dell’Urbe».